giovedì 20 giugno 2013

Meglio pochi ma buoni

A volte, nelle situazioni “sulla carta” più divertenti o eccitanti, magari in quelle molto numerose, mi è capitato di non divertirmi, di osservarmi dall’esterno, come in un film, non partecipe, ma spettatore, non protagonista, ma pubblico. A volte non sono riuscito a nascondere questo distacco altre volte sono stato più bravo a dissimulare, altre volte sono stato preso dalla situazione e sono stato coinvolto.
Se devo pensare in quali occasioni mi sono divertito di meno direi quelle nelle quali non sono stato io il master regista attore primo protagonista (non so se ho reso l’idea), magari situazioni troppo numerose dove non ho potuto o non sono riuscito ad utilizzare la testa.
Non è infatti il bisogno di essere il primo o l’unico, no affatto, è il bisogno di “comandare” io, o meglio la necessità che la cosa segua il filo delle mie fantasie o di quelle della mia partner e per sentirle (sia le mie che quelle di una donna) ho bisogno di calma e non di ressa.
Intendiamoci il sesso strano (cioè in modalità più di due persone) andrebbe fatto, a mio modesto parere con l’unica regola di darci dentro senza “scrupoli”, ruoli, significati ecc. Il sesso di equilibrio, di continuo controllo, di cercare nell’altro sempre l’intesa ecc. non dovrebbe avere senso, ma a quanto pare, per la mia testa, o meglio all’atto pratico, vivo male “la fila”.
Ciò sicuramente non è vero per tutti e probabilmente non è vero per una donna che in una situazione di gang diventa l’oggetto, il giocattolo, ma meglio, la grande protagonista della serata, proprio in quanto unica.
La mia prima vera gang (dieci maschi e tre donne su per giù) è stata una noia clamorosa, ed è stato un peccato perché era partita benissimo con diverse coppie presenti ed in particolare una lei di coppia, credo 40 enne (io avevo 23 anni), bellissima per me, vestita con una specie di corpetto supersexy e una gonna corta, bionda, elegante, sguardo dolce ma forte, amica di un’altra coppia anche lì presente con la lei meno bella ma con uno sguardo da porca che mi faceva morire.
Non vedevo l’ora di vedere che succedeva con queste due e invece hanno giusto bevuto una cosa, hanno chiesto scusa e sono andate via.
Del resto la situazione non era particolarmente raffinata (sebbene poi tutti si siano comportati educatamente con le tre signore rimaste) o glamour (come avrebbe detto un mio amico).
Comunque andate via queste due (anzi quattro con i mariti) c’è stata davvero la fila per fare qualcosa, soprattutto con una lei (credo cinquantenne e tutto fuorchè sexy), signora che ad onor del vero li ha spompati tutti. Io invece di fare ho fatto finta di fare, ho guardato un po’ e poi sono andato via.
Un’altra volta invece (e queste due gang ho fatto!) ero stato invitato da un amico, A (con il quale in passato avevamo condiviso qualche amica) ad una seratina a casa sua.
Arrivato lì mi aspetta nel suo giardino siamo io lui e un suo amico che non conoscevo, beviamo qualcosa, parliamo del più e del meno, ma non vedo donne, né dico nulla, ero curioso di vedere cosa succedeva senza dover anticipare gli eventi.
Lo sento che parla al telefono e dice: “ti vengono a prendere due amici, così ce ne stiamo un po’ a casa”. Bah!! Dopo una buona mezz’ora si presentano i due amici e una tipa piccolina e bionda con i capelli mossi.
Ricordo che la tipa aveva un vestitino di jeans con i bottoni davanti e scarpe normali, diciamo che non era vestita sexy anche se quel vestitino con tutti quei bottoni…, comunque la cosa più bella è che dopo uno scambio di battute mi ha chiesto lei a me che ci facevamo lì e se io conoscessi gli amici del padrone di casa, anche suo amico!!! Io ho detto che non sapevo nulla e che ero passato a salutarlo, pensando tra me e me “ma che cazzo sta combinando A?”
Comunque, anche se molto signori, tutti e quattro ci stavamo mangiando la tipa con gli occhi, ma non osavamo fare nessuna mossa.
Seduti tutti vicini continuavamo prevalentemente a bere fino a quando A non ha cominciato a toccare le gambe della tipa che tutt’altro che spaventata sembrava gradire la cosa fino a dirgli “be me lo potevi dire quale era il programma, lo sai che non ho nessun problema”.
Cazzo che femmina.
Ecco quella volta andò molto diversamente.
Cominciammo con il fare mettere la tizia (ignoro il nome) comodamente in ginocchio su dei cuscini, io e A (un duo affiatato che manco ve lo immaginate) eravamo in assoluto i più risoluti e attivi, gli altri abbastanza gregari.
Comunque lei in ginocchio, noi in piedi, i nostri cazzi che si alternavano nella sua bocca e lei che ci deliziava di belle e sincere leccate di palle (che a me piacciono molto!) con tanto di sguardi languidi.
Il tutto è proseguito con cazzo in bocca e cazzo in fica e cazzi in mano, doppie e tutto il giusto campionario, siamo stati davvero dolci ma risoluti (con A abbiamo sempre fatto bella figura) e lì ad esempio sono stati gli altri due maschi ad accusare il distacco, uno in particolare non è praticamente mai entrato in partita…. Comunque gran serata, giusto chissà come si chiamava!

martedì 4 giugno 2013

Laura che racconta

Questo racconto di una nostra serata è stata scritta dalla mia amica (ex amante) Laura, alla quale vorrò bene per sempre e lo sai
Con il permesso di una persona speciale e non solo perchè insieme ne abbiamo fatte davvero tante, pubblico un suo racconto di una nostra serata. L. lo sa che prima o poi su questo blog si parlerà di lei e, del resto, come non potrei…
Sono al buio, un buio compatto, avvolgente, non un bagliore, non un riflesso
ne interrompono la trama. Nuda, tra le lenzuola, ti aspetto. Non so cosa
mi attende, cosa inventerai, questa volta, ma sono qui, in tua balia. E’
il nostro gioco, quel gioco che tu mi hai insegnato a giocare e che mi ha
fatto scoprire una me stessa di cui ignoravo l’esistenza. Io, la dura, quella
decisa, quella che non ha mai concesso nulla ad un uomo, nemmeno a letto,
soprattutto a letto, quella che ha sempre voluto un sesso “politicamente
corretto”, un sesso paritario…Con te, invece, ho imparato ad abbandonarmi,
ad abdicare alla mia volontà, ho scoperto cosa vuol dire appartenere ad
un uomo, darsi completamente.
Ecco, il fruscio dei tuoi abiti che cadono a terra mi fa capire che sei
entrato nella stanza. Il materasso cede leggermente da un lato, quando ti
siedi sul bordo del letto. Ogni centimetro quadrato della mia pelle è teso
nell’attesa spasmodica del momento in cui mi toccherai. Quando mi toccherai?
Dove mi toccherai? Come mi toccherai? Delicatamente? O mi afferrerai brutalmente,
travolgendomi? Ma tu non mi tocchi, mentre i minuti passano. La tensione
è insopportabile, vorrei gridare “toccami!”, vorrei afferrare la tua mano
e mettermela tra le gambe…ma non faccio nulla, aspetto. Finalmente,  sento
un dito-solo un dito!-che mi sfiora il viso, ne segue il contorno, disegna
le mie labbra, si insinua tra di esse ed io lo lecco, lo succhio. Il dito,
umido della mia saliva, scende a titillarmi i capezzoli, poi risale verso
le orecchie e me le solletica, mi sfiora delicatamente la nuca, provocandomi
un brivido che si propaga lungo la schiena.
Ti chini su di me, il calore
del tuo fiato sulla mia pelle è eccitante come una carezza. La tua bocca
si avvolge attorno al mio capezzolo, ci giochi con la lingua, lo mordicchi.
Vorrei prenderti la testa tra le mie mani, inanellarmi i tuoi capelli attorno
alle dita, ma mi abbandono alla mia passività. Insapettatamente, la tua
bocca è sulla mia, dentro la mia, mi baci selvaggiamente, quasi volessi
mangiarmi, una furia sembra pervaderti. Sono così eccitata, che mi sfugge
un gemito. La mia fica ti reclama, ma le tue carezze continuano ad ignorarla.
Mi cogli di sorpresa quando, con un unico movimento, ti stendi su di me
e mi penetri. Sono talmente aperta e bagnata che scivoli facilmente dentro
di me con un liquido risucchio. Rimani fermo un po’, dandomi il tempo di
assaporare la meravigliosa sensazione di essere riempita dal tuo cazzo.
Cominci a muoverti lentamente, esci quasi completamente fuori, poi affondi
in me, strofini il tuo pube contro il mio e l’asta del tuo cazzo mi sfrega
il clitoride. Sento che sto per venire, mi avvinghio con le cosce attorno
ai tuoi fianchi, inarcandomi per accoglierti meglio dentro di me. Tu mi
conosci, sai cosa sta per succedermi e acceleri il ritmo, facendomi perdere
completamente il controllo. L’orgasmo mi travolge, la mia fica si contrae
attorno al tuo cazzo, per qualche istante che sembra eterno, perdo la cognizione
di ciò che mi circonda. La riacquisto bruscamente quando mi rendo conto
che due mani mi stanno accarezzando le gambe. Non sono, non possono essere
le tue. Qualcuno è entrato nella stanza e non me ne sono accorta ed ora
mi tocca, mi esplora, mentre tu, imperterrito, continui a scoparmi, come
se ignorassi questa nuova presenza. Le mani continuano la loro esplorazione,
il tocco è gentile. Saranno mani di uomo o di donna? Il fatto di non saperlo
mi eccita terribilmente. Ora una mano si insinua tra noi, sembra guidare
il tuo cazzo che entra ed esce da me, mentre col pollice strofina delicatamente
il mio clitoride. Non posso resistere, un nuovo orgasmo sale dal più profondo
di me stessa e,quando sento che anche tu stai venendo ed il primo fiotto
del tuo seme caldo mi invade, ripeto più volte il tuo nome. Rimango lì, ansante, sudata,
con i capelli incollati alla fronte, il tuo cazzo che,lentamente, scivola
fuori da me. Mi sento improvvisamente vuota, vorrei tenerti dentro di me.
Ma ecco che un grosso cazzo si fa bruscamente strada tra le mie labbra,
affonda nella mia bocca, quasi soffocandomi. Un uomo, dunque! Per la prima
volta, tu parli:”Cosa le stai facendo?” e lo sconosciuto: “Mi faccio spompinare
dalla tua donna” “Bravo, lei fa dei pompini favolosi”. Parlate di me come
se non fossi presente, tu gli racconti le cose che mi piace fare a letto,
mentre lui ti descrive minuziosamente il lavoretto che, con molto impegno,
gli sto facendo. La situazione mi prende tantissimo, sono nuovamente eccitata,
sento il tuo cazzo farsi duro contro la mia coscia. Dici allo sconosciuto
che adesso vuoi mettermelo tu in bocca e lui, obbediente, lo sfila, mi afferra
i fianchi e mi fa mettere a quattro zampe. Brancoliamo un po’ nel buio per
cercarci e, mentre io mi impossesso del tuo cazzo per succhiarmelo come
si deve, lo sconosciuto comincia a scoparmi  a pecorina, con affondi violenti
e ravvicinati. Mi sento la fica che cola, la sensazione di due cazzi che
mi riempiono è incredibile, quando l’orgasmo arriva, devo abbandonare il
tuo cazzo per poter gemere. “Sentila come gode! Le piace il cazzo, eh? Adesso
mi va di incularmela”. Ma tu:”No, il suo culo è solo mio. Facciamo così:
io me la inculo mentre tu te la scopi”. Mi gira la testa, non so se riuscirò
ad accogliere due cazzi così grossi dentro di me, ho un po’ di timore, ma,
nello stesso tempo, sono eccitata dall’idea. Ti sento armeggiare, immagino,
giustamente, che stai prendendo la vaselina con cui lubrificarmi il culo.
Infili prima un dito, poi due, allargandomi il buco del culo, poi poggi
la cappella sullo sfintere e, con decisione, ti fai strada dentro di me.
Non faccio in tempo ad abituarmi alla sensazione del tuo cazzo nel mio culo,
che sento lo sconosciuto stendersi sotto di me e sfiorarmi la fica con la
punta del suo cazzo e, mentre lui lo tiene fermo con una mano, io mi abbasso
lentamente per farlo scivolare dentro la mia fica.
Cominciate a muovervi, io perdo la cognizione dei limiti del mio corpo, sapere di avere due uomini che vogliono  farmi godere mi fa sentire femmina in ogni fibra del mio essere. Il mondo sembra ruotare attorno a questi due cazzi che mi aprono, mi sfondano, mi colmano. Un piacere mai provato mi scuote tutta, un orgasmo interminabile mi invade. Ed ecco che tu ti sfili improvvisamente da me, la tua sborra schizza sulle mie natiche, scivola giù, nel solco, nella mia fica, mescolandosi a quella che lo sconosciuto sta copiosamente riversando dentro di me. Crolliamo sul letto, sfiniti. Dopo un po’, mentre tu mi culli dolcemente tra le tue braccia, sento che lo sconosciuto si sta rivestendo. “Mi è piaciuto fottermi la tua donna.-dice-Quando vi va di rifarlo non avete che da farmi un fischio”. E se ne va.