sabato 30 marzo 2013

La mia prima coppia

Tre giorni fa si è fatto sentire Mario.
Chi è Mario???? (come diceva quel tormentone torci stomaco simpatico come un calcio nel sedere che ci chiedeva chi cazzo fosse sta stronza di Tatiana).
Partiamo dall’inizio: a 24 anni mi sono ritrovato una sera a chattare su una chat erotica.
Ricordo ancora il nick scelto “giovane puledro”; lo avevo scelto perché avevo avuto una illuminazione, secondo me intercettava un certo tipo di personaggi, che più che parole forti cercavano persone giovani e fresche.
Già ma io cosa cercavo? Io cercavo una coppia della quale diventare l’amico complice, fidato, per essere grezzi quello che si scopa la moglie davanti o insieme al marito.
Di questo gioco non immaginavo che nel tempo sarei diventato un esperto (più che un abituè) o un presunto esperto.
Comunque chatto con questo tizio, Mario appunto, mi dice che lui e la moglie cercano un ragazzo giovane che li guardi mentre si toccano, fanno l’amore ecc..
Accetto sospettando di avere a che fare con un segaiolo o simile, mi invita ad incontrarci per farmi vedere delle foto della moglie.
Un paio di giorni dopo quindi ci incontriamo, macchina super scassata, lui una faccia simpatica e un po’ libidinosa, mi ricordava un maestro delle elementari (non perché abbiano la faccia libidinosa, ma così).
Mi fa vedere delle foto (su pellicola come si faceva una volta!) della moglie, donna in carne, un seno davvero generoso, vestita in un modo che più che sexy sembrava normale e solo un po’ in posa (ora si vedono autentici book fotografici e donne in pose artistiche che mostrano il culo, no quello sembrava una cosa molto più casereccia).
Ci lasciamo con il patto di incontrarci da lì ad una settimana. Prima dell’incontro ricordo che ci siamo sentiti un paio di volte per telefono, in una di quelle telefonate mi passò la moglie (Anna il suo nome); ricordo una voce da ragazzina, quasi sparuta, imbarazzata, molto molto dolce, appunto non professionisti dello scambio (almeno secondo me).
Finalmente ci incontriamo, vado all’appuntamento con un mazzolino di fiori, un imbarazzo addosso da morire (la mia testa produceva una quantità incredibile di film alternativi, peggio di Bolliwood); il pensiero più assurdo era che fosse uno scherzo o peggio che qualcuno mi stesse filmando per poi ricattarmi (poi per cosa non so).
Ecco la macchina, puntualissimi, lei scende, in carne e con un seno straripante, un viso dolce, non una ragazzina (non lo era nemmeno il marito) ma una donna sulla quarantina (una quarantina direbbe Camilleri). Mi siedo dietro, nella solita macchina “ordinata e nuova”, lei è dolce, si da un atteggiamento adulto e fascinoso (e ci riesce) anche se quella macchina più che una carrozza sempre un carro bestiame (cosa che determina la mia assoluta simpatia verso la coppia e verso il proprietario, evidentemente poco attento alle apparenze).
Andiamo in un parco, lo stesso dove due sere prima avevo scopato in piedi, poggiata ad un muro, la donna più sexy del globo (ma questa è un’altra storia), stesso punto, come gli assassini che tornano sul luogo del delitto.
Loro si baciano, si toccano, io parlo parlo parlo e li guardo.
Mi invitano ad avvicinarmi, lo faccio, le sfioro il petto con le mani, smetto di parlare e la guardo serio, le sorrido, mi da un bacio fugace, mi riportano a casa.
Da allora sono seguiti svariati altri incontri, andati ben diversamente.
Già al terzo o quarto, Anna mi faceva vedere quanto era brava con la bocca, al sesto, la scopavo praticamente solo io e Mario cominciava ad assumere il ruolo che era per tutti più congeniale, cornuto, segaiolo, succube dei miei comandi e dei miei giochi:
la moglie legata al tavolo, io che la scopavo e lui a comprarmi le sigarette, lui a guidare per Roma e io a godermi la moglie seduti dietro, lui a fare da palo mentre la moglie mi spompinava (ricordo una notte in stazione in attesa che io prendessi un treno), io che mi inculo la moglie mentre lui riprende, lui che ripulisce la moglie della mia sborra (tendenzialmente le venivo nella fica o sul viso).
Svariate volte ho sentito la sua lingua leccarmi il culo mentre scopavo la moglie o le palle, mentre faceva finta di leccare la moglie durante la monta (odio il termine monta non lo uso più), per me un giusto modo di farmi sentire quanto fosse sottomesso.
Più tardi (anni dopo insomma) avrei scoperto (o forse prima nemmeno esistevano) i termini cuckold, bull, sweet e compagnia bella, allora scopavo fottendomene dei nomi.
Arrivavo a casa loro con il cazzo di marmo, mi facevo la moglie, ore di sesso, poi tornavo a casa, dove non trovavo mai nessuno al quale raccontare le mie gesta (mi sentivo epico altrochè), quello che stavo combinando. Cioè gli altri scopavano la propria ragazza, altri si concedevano qualche scappatella, io facevo tutto sempre all’ennesima potenza, ma in più facevo questa cosa troppo fica di scoparmi una donna sposata (che già notoriamente vale 1000 punti) davanti al marito che anzi si atteggiava a nostro cameriere tutto fare (mi piaceva in particolare farmi leccare il culo mentre mi facevo la moglie) oppure farmi prendere dall’acqua perchè cavolo sto scopando da due ore senza fermarmi.
Quanto ero poco sofisticato (con gli anni sarei diventato più complesso, sofisticato, cerebrale, “sadico”, smaliziato ecc.) ricordo delle espressioni di Anna che oggi traduco come: “ma cavolo non si fa così, non puoi dire buona sera e voler subito scopare, devi corteggiare, girarci intorno, creare il clima”, ma forse piacevo anche per questo, assolutamente diretto.
Con loro il gioco è durato molto tempo, negli ultimi periodi sono riuscito a creare situazioni più divertenti e complicate (che magari scriverò nel dettaglio in un altro momento).
Oltre al sesso c’era anche un bel rapporto di amicizia, una bella intesa.
Loro, scoprii in seguito, erano persone con tante cose da dire, socialmente ben posizionati (non che la cosa sia mai stata importante per me), ma appunto con la macchina scassata (radical chic abbastanza autentici).
Mi piaceva dopo il sesso farmi una passeggiata con Mario, ognuno ritornato ai propri ruoli normali, ripercorrevamo a parole come si era svola la serata, mi raccontava qualcosa della sua infanzia, tendenzialmente gli piaceva l’idea di raccontarmi le cose, più che ascoltarle; a me andava bene, era interessante, ma soprattutto vedevo in lui un mio possibile futuro (come dire da giovane maiale a vecchio porco) e cercavo di capire cosa mi piaceva e cosa no.
La cosa finì per consunzione, io avevo altri interessi, ovvero altre donne alle quali badare, il gioco con loro era diventato senza passione.
Che cosa vorrà ora? Non credo ricominciare (Anna sarà una cinquantina) mi ha detto che vuole parlare con chi lo capisce, insomma con un maiale come lui.

martedì 5 marzo 2013

Ufficio

Tempo fa una mia ex mi disse che io non guardo una donna, la spoglio, Mi diceva che sì sono una persona galante, simpatica, non certo il tipo da mano morta o da battute volgari, ma ho un modo di guardare inequivocabile, mette in imbarazzo, comunica perfettamente il mio pensiero.
Mi auguro che questo succeda solo nei confronti di chi mi piace e non invece sempre a prescindere (basta che respiri o, come correggeva un mio amico, “basta che sia almeno tiepida”).
Mi è venuto in mente questa cosa perchè qualche giorno fa mi sono trovato per lavoro in una riunione. Lì c’erano diverse persone, qualche ragazza carina, una in particolare timida, dolce, già incrociata altre volte ma sempre un “ciao ciao” abbastanza impacciato da parte di entrambi.
Oggi mi sentivo svogliato, scazzato, il mio momento migliore per certe cose: le ho piantato gli occhi addosso, ho lasciato che se li sentisse, sulle gambe fasciate da un bel jeans, sulla maglietta di lana che lasciava presagire una bella seconda piena, terza con un pò di fortuna.
Il culo nulla di che, già dalle gambe era evidente che il culo tendeva un pò troppo ad allargarsi senza essere correttamente rotondo.
Un bel visino, nulla di particolare ma un bel visino. insomma me la sono guardata a mezzo metro di distanza, mi parlava evitando di guardarmi l’ho fatta ridere un pò, poi fine.
Un collega mi ha detto “con la radiografia che le hai fatto saprai anche il colore delle mutande!”. Bianche, ma è solo una supposizione. l’ho vista passare più volte davanti alla stanza nel quale ero stipato; forse un caso (probabile lo era) o forse no, certo non è la tipa “ci chiudemmo in bagno, si mise in ginocchio e guardandomi con occhi lussuriosi, mi sbottonò la patta, e comincio uno dei pompini più superbi della storia!”.
no mi pare più la tipa che va in brodo di giuggiuole se è considerata e apprezzata (e chi non ci va?) e al massimo fantastica un amore.
Comunque non provo alcun interesse per la questione era solo che quella mattina mi andava di guardare una donna e farle sentire che era una donna giovane e carina e che anche in quell’ufficio ci sono ormoni, maschi, femmine, e chi sa apprezzare due curve.

Donne

Apprezzo molto le donne parlo non sono da un punto di vista intellettuale (lì non faccio distinzioni tra generi) ma soprattutto le donne in quanto donne, dotate di quella cosa che si chiama femminilità alla quale sono assolutamente sensibile.
Guardo le donne pre strada, sul treno, in macchina sbircio le gambe, un seno, il sorriso, un pensiero audace che intravedo dallo sguardo. Eppure ho una vita sessuale più che soddisfacente, faccio sesso quando mi va quante volte mi va in tutti i modi pensabili e impensabili, eppure anche se ho appena scopato, inculato ecc ecc una donna ne guardo comunque un’altra, non fantasticando di farci qualcosa, ma ne ammiro la bellezza, l’armonia, quella incredibile capacità di seduzione anche mostrando indifferenza.
mi è stato spiegato che le donne o seducono un uomo perchè gli piace oppure se ispirate hanno un atteggiamento seduttivo a prescindere, anzi riesce meglio quando rivolto a tutti e quindi a nessuno; non c’è un voler colpire uno specifico, c’è volere essere guardata e ammirata fine della storia.
Una mia teoria, non solo mia in verità, è invece che le donne si facciano carine (gonnellina, tacchi, stivali, autoreggenti, calze, camicetta, capelli raccolti, capelli slegati ecc.) non per gli uomini, ma per le altre donne, per primeggiare sulle altre sconosciute e attirare un pò di sana invidia da parte delle proprie amiche.
Non apprezzo le donne che fanno i maschi, quelle che non amano i clichè femminili convinte di stare perdendo qualcosa, come se non fosse sempre e comuqnue tutto un gioco delle parti, voglio una donna con la gonna come direbbe Vecchioni.
In verità nella mia vita ho conosciuto pochissime donne maschio, quelle che ho conoscito (sarà stato un caso…) non avevano uomini o se ce l’avevano non erano soddisfatte del loro rapporto.
Lo so che questa opinione ripercorre il più banale degli archetipi uomo con la clava, donna nella caverna.
In verità le cose non stanno così. Io penso che questo modello debba esserci esclusivamente in famiglia, come dire a casa, non certo al lavoro o nella vita di relazione.
Ma che cosa penso debba esserci a casa precisamente: una donna che sappia prendersi cura del proprio uomo e un uomo che sappia prendersi cura della propria donna, ma ognuno nel fare questa attività deve farlo con il proprio atteggiamento di genere.
Faccio un esempio: una donna si prender cura di un uomo facendogli da mangiare, non nutrendolo, curandolo quando ha la febbre, sapendo prenderlo quando è incazzato come solo una donna sa fare, ecc. ecc., un uomo sa prendersi cura ella propria donna con atteggiamenti protettivi (non perchè la donna debba realmente essere protetta, ma perchè l’idea in sè le fà piacere) oppure attraverso mille accortezze “Sei stanca andiamo via”, “vuoi guardare questo ennesimo negozio”, “non ti convince quella persona lasciamola perdere”, “hai le tue cose, ti sopporto lo stesso”.