lunedì 29 luglio 2013

Il triangolo l'avevo considerato

Oggi pomeriggio mentre tutti discutevano in riunione di una minchiata al solo scopo di sentire il suono fastidioso della propria voce e farla sentire anche agli altri, io ripensavo all’importante argomento del sesso a tre nella variante un uomo due donne; sì lo so, sono un intellettuale.
Questo specifico triangolo (quindi direi, più che un generico intellettuale, un matematico) è sicuramente tra le fantasie più ricorrenti di tantissimi maschi, ma sembra, a molti di questi ultimi, un sogno irrealizzabile.
Grandissima cazzata, è assolutamente realizzabile, certo ci vuole lavoro e pazienza, ma si fa e come se si fa.
Io ho fatto questo tipo di triangolo 6 volte (ma ormai aimè è qualche anno che non mi capita): 3 volte con le stesse due ragazze, 2 con Laura e poi due donne diverse, 1 volta con altre due amiche.
Come ho fatto? Innanzitutto voglio chiarire che non sono Bred Pitt, sono mediamente carino, ma nulla di particolare, nè tanto meno sono un super dotato, ecc., diciamo che secondo me la chiave di volta e che ho molta fantasia, mi piace far fantasticare le donne, nessuna mai si sente giudicata da me e sono privo di scrupoli nel proporre certe cose, si capisce inoltre che sono una persona di cui fidarsi ciecamente, in quanto non vado mai a raccontare in giro di queste cose (ecco forse il perchè del bisogno di scriverle) poi ho (anzi diciamo avevo) tantissimo tempo e pazienza da dedicare a queste esperienze e il tempo serve.
Prima di raccontarvi qualcuna di queste serate voglio fare un’analisi di contesto e darvi qualche dritta (ai maschietti, che le femminucce sono già sveglie di loro).
a) Molte donne (che non vuol dire, assolutamente, tutte) fantasticano di fare sesso con un’altra donna.
Quindi innanzitutto dovete capire se ci troviamo di fronte a questa tipologia di donna; ci sono degli elementi che ci vengono in soccorso ma niente sostituisce l’intuito e un po’ di sano rischio (di figura di merda). Se la tipa non ha di queste fantasie è inutile (oltre che sgarbato) insistere, se invece è un no di circostanza… be con dolcezza e calma fate entrare una fantomatica lei nelle vostre fantasie di coppia e lasciate che la mente della donna (molto più vulcanica e complicata della mente maschile) faccia il resto;
b) indipendentemente se è la vostra donna (nel qual caso ovviamente ciò che vi dirò è da prendere in considerazione ancora più attentamente) o una vostra amica dovete essere bravi a non fare mai sentire la vostra partner meno dell’altra, ma anzi dovrà sentirsi la regina della serata; se è la vostra donna che vi lascia fare questo gioco, non dovreste avere grosse difficoltà a reputarla una dea in terra. Se invece le due donne sono entrambe vostre amiche o conoscenti, vale la stessa regola, con ognuna dovete dare l’idea che è un vostro gioco e che l’altra è il giocattolo della vostra esperienza. Badate bene le donne lo sanno che quello che dite a loro lo direte anche all’altra, ma questo elemento è assolutamente trascurabile.
c) Non è che la donna accetti di fare questa cosa per soddisfare una vostra fantasia, manco per niente, lo fa per soddisfare una sua fantasia, quindi, terzo elemento, è lei che deve vivere la sua avventura, non voi la vostra. Lasciate quindi che nel vestiario, nella location, nei modi ecc., possano entrambe esprimersi. Lasciate perdere la vostra idea di sesso con due donne alimentato dai film porno, la realtà sarà molto più incredibile.
d) se siete stati così bravi da portarle entrambe a letto, cosa fondamentale è aspettare. Lasciate che “partano” loro, non intromettetevi, assisterete allo spettacolo più bello ed affascintante del mondo, (altro che cascate del Niagara), sedetevi, godetevi una sigaretta e un drink, mentre osservate due forze della natura (che fino a qualche ora prima vi avevano giurato che non sarebbero state capace di baciare una donna) che si avvinghiano, si strusciano, si amano, si toccano, si leccano, con la precisione e la tecnica che solo una donna che gioca con il corpo di un’altra donna può fare.
Entrate in azione quando sono loro a chiamarvi, usate lingua, mani, cazzo, oggetti ecc., cercando sempre di fare in modo che nessuna delle due resti senza far nulla (sempre che non vi si esprimano il desiderio di guardare!).
Fate entrare piano piano in gioco il maschio che se le vuole fare contro il muro, ci sarà anche questa occasione, ma solo dopo che avete verificato che le due sono affiatate e non in competizione.
Dette queste 4 regole c’è un punto che è cruciale. Trovare una donna disposta a giocare con voi e un’altra donna non dovrebbe essere particolarmente difficile se avete una vita sessuale discreta, il problema è sempre trovare la seconda donna.
Lì serve pazienza, occhi sempre aperti (captare frasi di amiche, conoscenti ecc.) e tantissimo tantissimo tantissimo culo.

sabato 27 luglio 2013

La defaillance recuperata

Una volta è successa una cosa abbastanza comica.
Avevo conosciuto una coppia, lei non particolarmente carina di viso ma simpatica (e spesso vale molto di più) e carina di corpo, soprattutto il fondo schiena, lui normale, senza capelli, maiale.
Li avevo già incontrati in un’altra occasione (magari un giorno ve la racconto) ed era andato tutto a meraviglia.
Comunque quella sera ci vediamo in un parco “famoso”, il gioco è che io devo accostare con la mia macchina alla loro (come un guardone o comunque uno sconosciuto) e lei deve, ad un certo punto, entrare nella mia macchina (saltare da una macchina all’altra o se volete da un…).
La fantasia può sembrarvi banale o hard non so, a me piaceva e comunque in genere, oltre a voler realizzare le mie, mi piace assecondare le voglie dei miei compagni di avventure.
Comunque mi accosto, li vedo armeggiare in macchina (pompino on air), intravedo le sue gambe scoperte, e dopo un po’ che osservo, lei esce, fa il giro della mia macchina ed entra nel posto del passeggero, un saluto veloce ed imbarazzato, la prendo dai capelli e la spingo sul mio cazzo bello duro. Parte un altro pompino, succhia bene proprio come ricordavo.
Dopo un altro paio di salti della lei tra una macchina e l’altra si decide di andare da loro (la prima volta invece ci eravamo visti da me).
Credo fosse casa di lui (non erano sposati ma una coppia di fatto, entrambi con figli avuti in altri matrimoni) mi offrono da bere, lui fintamente simpatico ma in verità freddo, mi trattava come se fossi inanimato.
Ve la faccio breve dopo un po’ si palesa il patatrac; lui mi diceva cosa dovevo fare, cosa dovevo dire, di parlare a voce bassa che non so chi cazzo poteva sentirci, cosa doveva fare lei e a me tra tutti questi comandi sinceramente non mi veniva duro, come potete immaginare una situazione abbastanza imbarazzante e come i maschi sanno se cominci ad entrare nel loop “cazzo perché non ti svegli cazzo” tutto diventa ancora più complicato.
In un certo qual modo io sono solitamente il “dominante”della situazione o il coprotagonista, fare il toy boy non mi funziona. Insomma c’eravamo due galli in un pollaio e io per educazione non me la sentivo di  impormi o comunque reagire in qualche modo, ero pur sempre ospite, ma evidentemente il mio coso là sotto non gradiva che qualcuno gli dicesse cosa fare.
Lei si accaniva con la bocca ma il mio amichetto zero, non reagiva e lui continuava a dire: ma fai questo, fai quello, possibile che non te la vuoi scopare ecc..
Niente, un disastro, il mio coso sembrava inanimato non ne voleva che sapere.
Dopo 40 min nei quali di fatto io tenevo il cazzo moscio nella bocca della dolcissima lei mentre il suo uomo la scopava ci fermiamo un po’ e ci facciamo due chiacchiere, anche perché tanto più di quelle….mi dice lui!
Lei comincia a raccontarmi che ama essere dominata e che una volta, prima di conoscere il compagno, ha fatto un incontro con un tale conosciuto in chat che affermava di essere un master, che al primo appuntamento (dopo 30 minuti di conoscenza) le ha chiesto: “te la senti di venire in albergo con me a leccarmi il culo?!” e lei mi dice che gli ha subito risposto: “certo che sì!” e lo ha seguito.
Raccontato questo io le comunico tutta la mia ammirazione, per il gesto, il coraggio, ecc. ecc., il compagno (che non capiva chiaramente un cazzo di queste cose) prende una cinghia e dice “allora visto che vuoi fare la schiava ti frusto”.
Entrambi lo guardiamo come se fosse uno che non ha capito né il gioco né il modo per giocare e lei dice a lui serafica “dai la cinta a Marco”.
Una vera e propria investitura,  detta questa frase banale banale cambia tutto nella mia testa.
Il cazzo mi diventa di marmo, rilego il compagno al ruolo di spettatore o al massimo attore non protagonista e comincio a trombare la bella lei in ogni modo per il nostro reciproco piacere.
Questa cosa della dominazione ci accomunava (mentre il compagno proprio non ci seguiva) voleva che le facessi di tutto come farebbe un padrone con una schiava e io mi sentivo ovviamente chiamato al mio banchetto preferito, insomma come giocare in casa!
Io credo che lei abbia fatto tutto scientemente ma in un modo apparentemente casuale, come solo una donna sa fare
Quindi, tornando a noi, scopata in ogni modo, ogni tanto dando un senso al fatto che ci fosse un altro pisello nella stanza, ma che lei degnava di attenzioni solo su mia richiesta, ho tirato fuori tutto il campionario del provetto padrone.
Gran finale, ovviamente nel culo, come nelle migliori tradizioni dei film porno. Il marito prende la crema e un po’ preoccupato per la svolta della serata lubrifica l’ano della compagna, io metto la lei a pecorina, faccio passare la cinghia in modo da poterla scopare spingendola a me con questa cinghia, e comincio ad incularla, prima dolcemente poi sempre più selvaggiamente (vi giuro che ho stampato nella mente l’immagine di quella penetrazione); lei godeva e urlava, io godevo e urlavo mentre il compagno (sto caca cazzo) ci supplicava di fare piano sia con il letto che con la voce che ormai era l’1 e i vicini potevano incazzarsi.
Quella è stata tra le poche volte che ricordi, che me ne sono fottuto allegramente continuando a scopare quel bellissimo culo che reagiva così bene alle mie attenzioni, facendo più casino possibile con il letto.
Insomma il culmine è stato per entrambi scandito dal nostro ansimare rumoroso con il marito con il viso rassegnato al terzo grado della mattina seguente dei vicini dalle orecchie lunghe e io e lei esausti a ridere della cosa.

martedì 23 luglio 2013

Noi tre in villa nella versione di Mark

Dopo che Mario ha scritto di quel pomeriggio ho provato a ricordare anche io quell’incontro e stranamente (o forse no) ho ricordato perfettamente tutto del pomeriggio nel parco, poco niente di quanto successo dopo (ma insomma sicuramente non avremo bevuto solo il the).
Comunque ricordo che ci vedemmo fuori dalla villa, loro avevano parcheggiato vicino all’ingresso, io avevo un cappotto e lei un vestito bianco corto.
Quando la vidi restai imbambolato da quelle gambe scoperte (sono un appassionato di cosce di donne). La feci scendere e ci dirigemmo dentro il parco che ha un lungo viale. Il cornuto (mario spero tu non ti offenda….) ci seguiva, con lo sguardo arrapato mentre io e lei camminavamo a bracetto. Lei aveva (e immagino abbia ancora) questo seno supergeneroso (credo una settima) ed in più questo vestitino corto corto.
Mentre camminavamo ricordo anche io di avergli cominciato a palparle il culo (ecco del culo di una donna esco pazzo davvero) vedendo lei felice come una bambina che sta facendo una marachella, io con il cazzo di marmo e il solito cornuto dietro. La cosa che mi sarebbe davvero piaciuta è che Mario avesse trovato altri guardoni insieme ai quali commentare quella strana coppia che si dirigeva nei punti più nascosti del parco, magari altri che dicessero “guarda quella troia, quello non sarà nemmeno ilmarito, chissà il cornuto dove è”, ecc. ecc.Io un po’ osavo un po’ mi trattenevo (certo se capitasse ora, non sai che le farei alla tua mogliettina…) e alla fine a parte il gioco alle sbarre non feci molto di più se non toccarle la fica e baciarla come se fosse mia.
Ecco questo mi piaceva, usare la moglie di MArio come se fosse cosa mia, la mia schiava, la mia zoccolala mia donna un po’ troia alla quale posso chiedere di tutto.
In particolare la moglie di Mario aveva (non so se ha ancora) questa grande capacità. Sembrava sempre che non sapesse perchè ero lì, si comportava con me come se fossimo amici, ma poi quando si incominciava il gioco, era quella che godeva più di tutti, quella che secondo me, meglio di noi, riusciva a vivere fisicamente e mentalmente quel gioco.
Noi eravamo forse un po’ presi dalla tecnicalità della cosa, lei invece viveva la situazione come se fosse una cosa naturale e spontanea, ricordo che una volta mi disse che bisognava fare queste cose con la serietà dei bambini (quando i bambini giocano a fare che so l’astronauta riescono davvero a credere di esserlo).
Mostrai al cornuto la moglie nelle posizioni più sconce che potevo (eravamo pur sempre in un luogo pubblico) e se Mario vorrà pubblicherò una foto che lui mi ha inoltrato (non porno) di quel giorno.
COme dicevo non ricordo esattamente cosa successe dopo, ricordo che io e lei ce ne andammo insieme con la sua macchina mentre il marito ci seguiva con la sua, cosa ci dicemmo in macchina, che parcheggiammo sotto casa loro. Posso supporre cosa facemmo dopo…. sicuramente mi godetti la sua bocca (amava particolarmente fare voluttuosi pompini) la scopai a pecorina sul tavolo, e come ricorda il marito, come spesso poi ho fatto, le godetto in faccia e sul seno tutto il mio piacere…e meno male…

martedì 16 luglio 2013

Noi tre in villa nella versione di Mario

Prima di scrivere l’incontro a 4 tra me Laura, Mario e la moglie, vorrei introdurre una variante.
Siamo d’accordo con M che lui inizi a scrivere (dal suo punto di vista) i ricordi sui nostri incontri. Io poi racconterò più o meno la stessa sera dal mio punto di vista e se sarà possibile interverrà anche la moglie, ma mi sembra una cosa improbabile.
A me piace questa variante e non mi dispiacerebbe se prima o poi scrivessero anche altre persone con cui ho avuto “a che fare”, il perchè non lo so.
Comunque questo è il primo ricordo e riguarda un pomeriggio passato in una villa comunale e sono certo che M abbia ancora le foto di quel giorno.
“Come sempre, quando dovevamo incontrare Mark., c’era un clima un po’ teso. Io ero eccitatissimo e nell’attesa che lei si vestisse (per modo di dire, visto che si presentava sempre in maniera succinta agli appuntamenti) mi cominciavo a toccare pensando cosa sarebbe successo. Lei ci metteva molto a vestirsi (nel modo sopra detto) e non c’era però verso di farla parlare di cosa si aspettasse (ah, quanto mi sarebbe piaciuto se lo avesse fatto!). Quella volta avevamo deciso, insieme ad Mark di fare una cosa diversa. Anziché vederci a casa ci saremmo incontrati in una villa pubblica. Io allora l’avrei lasciata a Mark e li avrei seguiti (e fotografati) come un guardone.
Indossò tacchi a spillo, autoreggenti, tanga e una camicetta, il tutto coperto da un impermeabile bianco. Ricordo ancora quando arrivammo. Lui venne verso la nostra macchina, lei era seduta lasciando scoperte le cosce. Nella villa entrammo insieme, era d’ottobre, c’era poca gente, era ancora giorno. Si misero seduti uno accanto all’altro in una panchina, io nella panchina di fronte. Feci qualche foto, lei mostrava tutte le cosce sotto l’impermeabile, io mi guardavo intorno nel timore ci fosse qualcuno che ci osservava.
Poi cominciarono a passeggiare nella villa. Lui le teneva il braccio intorno alla vita, lei sculettava a causa dei tacchi alti. Poi Mark prese a scansare l’impermeabile mostrando la gonna corta che indossava, poi addirittura prese a sollevargli la gonna nella parte posteriore così che io vedevo le autoreggenti al completo fino alla pelle bianca che lasciavano scoperta. Il cuore mi batteva all’impazzata. Non solo Mark la stava esibendo ma chiunque fosse stato dei dintorni avrebbe visto quella scena. Io li seguivo a distanza emozionatissimo e facevo delle foto. Ogni tanto ridevano tra loro e io impazzivo dalla gelosia tentando di immaginare cosa stessero dicendo. Dopo un po’ arrivarono a un cancello chiuso che sbarrava il percorso. Lei afferrò con le mani le sbarre del cancello sopra la sua testa, Mark tirò a parte l’impermeabile e sollevò l’intera minigonna fino a scoprirle il culo. Vedevo il suo tanga striminzito appena coprirle lo spacco del culo, ma il resto era tutto in mostra. Mi guardavo continuamente intorno e mi stupivo che A. non si preoccupasse per ciò che chiunque avrebbe potuto vedere: una donna quasi aggrappata alle sbarre di un cancello col culo completamente scoperto e con il fascino erotico delle autoreggenti. Lei, invece, sembrava per nulla turbata, anzi sorrideva. Mark era un po’ teso quasi avesse voluto osare di più ma avendone paura. Lui le toccava le tette in modo che io, alle loro spalle e ad una certa distanza, non potevo vedere. Ma quando lei si girò verso la mia parte e vidi che la camicetta era aperta e un capezzolo era visibile anche a distanza, provai quella sensazione devastante fatta di una folle gelosia insieme ad una fortissima emozione. Sentivo che la bocca mi si seccava, le mani prendevano a tremarmi; avrei voluto che tutto finisse ma anche che continuasse. Loro sorridevano, lei col culo scoperto e le tette quasi in mostra, lui con la sua mano poggiata sul culo, quasi lei fosse la sua schiava, la sua puttana personale e, forse, in quei momenti era proprio così. Poi in quella posa così oscena fecero un pezzo di stradina insieme, lui sempre con la sua mano sul culo scoperto, lei esibendo le sue tette a chiunque. Non saprei dire se qualcuno ci abbia osservati ma certo era una scena incredibilmente erotica. Poi non so se dietro suggerimento di Mark o per sua iniziativa (quando voleva non conosceva limiti, lei si chinò a raccogliere qualcosa. In quella posa a novanta gradi, il suo culo era completamente in mostra. Lui guardò verso di me come a dire: “vedi, posso esibirla come voglio senza chiederti alcun permesso; guarda pure il culo di tua moglie, insieme a tanti altri guardoni che forse ci si stanno facendo una pippa sopra”.
Non ricordo il ritorno insieme, ero troppo emozionato per quello che era successo. Però quando arrivammo a casa, Mark tirò fuori il suo cazzo e lei si chinò per farle il solito pompino con ingoio. Io guardavo e mi masturbavo. Mi succedeva spesso che dovevo ad un certo punto fermarmi perché rischiavo di sborrare prima che loro finissero. Sono passati diversi anni da quel giorno, ma ricordo ancora quando la sera a letto chiesi ad A. cosa le piaceva sessualmente in Mark e lei mi rispose che aveva “il cazzo sempre in tiro”, che il gioco l’aveva eccitata molto mentre era con le mani aggrappata al cancello, anzi, mi disse “ aspettavo che lui si mettesse dietro di me con i pantaloni scesi a farmi provare la sensazione di….”. “Di…?” chiesi io “incularti?”. “No” lei rispose “magari sfregarsi e spingermi verso il cancello fino a schiacciarmi”
Anche quella volta la serata finì con l’ingoio di Anna. La notte scopammo almeno due ore di seguito tanto eravamo eccitati.”

lunedì 8 luglio 2013

Ritrovarsi

Da qualche settimana ho ripreso i rapporti (epistolari) con due persone che in modi diversi hanno sicuramente segnato la mia vita.
La cosa abbastanza incredibile è che questa cosa è successa quasi contemporaneamente e quasi assolutamente per caso, ma la vita fa di questi scherzi.
Una è Laura di cui ho riportato un suo racconto di una serata con me, l’altra è Mario (del racconto “la mia prima coppia”) che è risbucato da chissà dove con una telefonata e con cui ora, ogni tanto, mi scrivo.
Laura è stata (e penso di poter dire che lo sia ancora) una mia amica molto speciale, con la quale per anni ho avuto una relazione clandestina fatta oltre che di sesso e di tanti tanti giochi, soprattutto di pensieri ed emozioni (le sue più belle delle mie, intense, sentite, come solo una donna sa fare).
Laura è anche tra le donne che stimo di più: ha quella perfetta miscela di grande intelligenza, umanità, ironia, cinismo, amore e mi ha sempre ben consigliato (anche se quasi mai l’ho ascoltata) e perdonato (anche se non ho mai pensato di fare qualcosa per cui dovermi far perdonare). E’ una persona con una cultura importante e alla quale voglio davvero un gran bene.
Mario è la prima persona che ho incontrato in questo cammino nel lungo viale della trasgressione, il primo che con me ha condiviso la propria moglie, il primo con cui ho scoperto o meglio, forse, solo svelato, una mia parte profonda.
Anche con lui ho sempre trovato piacevole chiacchierare (ma come già detto mi è sempre sembrato più interessato a parlare che non ascoltare) è una persona interessante, per tante ragioni con punti in comune con Laura, anche lui di cultura superiore alla media, più o meno qualcuno (cosa per me assolutamente irrilevante) nel suo ambiente e nella cultura della città dove viviamo. DI sua iniziativa ha cominciato a scrivermi raccontandomi la sua vita (trasgressiva) fin dagli esordi, in qualche modo concordiamo sul fatto che scrivere ci può far solo bene. Tutti abbiamo bisogno di parlare con qualcuno di quanto ci succede, su tante cose è facile (per me in verità nemmeno in quelle) ma su altre (ad es. ho fatto un’orgia con mia moglie come protagonista) è un tantino un po’ più complicato trovare un buon interlocutore che, come minimo, non ti sputtani.
Comunque avvicino Laura e Mario solo in questo post e nel successivo (nel quale racconterò la nostra serata di sesso a 4), poi, nei post successivi, proseguiranno in modo indipendente.

lunedì 1 luglio 2013

Al lago con coppia

Non so perchè l’altro giorno mi è tornata in mente una “due giorni una notte” di qualche tempo fa.
Non che fosse la prima volta che facevo di queste cose, ma con questa coppia non era ancora mai capitata anche se alla fine si trattava più che altro di restare a dormire da loro visto i miei impegni della mattina successiva.
Molto complicato organizzarsi, anche perchè ero stracolmo di cose da fare, appunto, incontri di lavoro da spostare, situazioni da sistemare ecc.
Alla fine spostando questo, anticipando quello, fottendomene di quell’altro, mi libero anche perchè, a dirla tutta, questa fanstasia andava anche a me e poi lei era troppo dolce e con una voce piena di promesse.
Ricordo di essere arrivato da loro verso le 19, dopo aver guidato per due ore, con ancora in testa una riunione avuta nel pomeriggio, mentre, invece, durante la riunione pensavo a cosa avrei fatto la sera; mai che riesca a stare con la testa nel luogo in cui sono.
Comunque arrivo in questa località, che si trova su uno dei laghi vulcanici più grandi d’Europa; i miei amici hanno una casetta piccolina, una di quelle villette bifamiliari, mi accoglie lui, simpatico e con l’aria sorniona come sempre, lei è in bagno.
Mi guardo attorno, mobilio semplice, tipico delle case di vacanza o trasformate in posti nei quali si va raramente, una strana televisione con incorporata la radio, sicuro, penso, ha almeno 30 anni, chissà se funziona, una bella vista sul lago, qualche foto di persone che forse non ci sono più; già i miei “amici” hanno una vita, altri famigliari, chissà cos’altro, quali e quante cose non so, che non ho mai chiesto, che non mi hanno mai detto.
Arriva lei, allegra, simpatica, vestita con la minigonna di jeans bianca che sa piacermi tanto, un paio di scarpe con tacco, una maglietta un pò troppo accollata.
Mi alzo, la bacio sulle labbra, faccio scendere una mano sul suo culetto piccolo, ma rotondo e sodo.
Ci sediamo sul divano, mentre lui ci guarda e mi chiede come è andato il viaggio.
Tengo lei abbracciata e dopo un pò, ma proprio poco, mentre lui parla e io rispondo, lei mi mette una mano sul pacco per “salutare” lui, così come io ormai da un pò le ho ordinato di fare quando ci vediamo.
Lui continua a parlare, ma già non lo seguo, un pò quella mano, un pò la stanchezza del viaggio.
Lei ha molta voglia, mentre il marito parla, mi slaccia i pantaloni, libera dalla gabbia dei jeans il mio cazzo e se lo fa sparire in bocca.
Non ne sono sicuro, ma credo di aver visto che, nel mentre lo sta per succhiare, con la mano che usa per impugnarlo faccia il segno delle corna al marito che la guarda: lui la guarda con uno sguardo tra il voglioso, il compiaciuto e il disinteressato, uno sguardo, forse meglio un atteggiamento, molto particolare, diverso da tanti altri cornuti che ho incontrato.
Chiudo un pò gli occhi e mi godo quel lento pompino; non se la cava male, certo da quando li ho conosciuti è “migliorata” e molto, o meglio ha imparato a succhiarlo come piace a me, l’allenamento aiuta!
Al di là della “tecnica” conta molto la passione in queste cose (e non tutte ce l’hanno), lei ce l’ha, io credo di averla aiutata (forse) a vivere con normalità l’essre un po’ “troia”, e la troiaggine nella naturalezza del gesto, come dire, la normalità di prenderlo in bocca.
Questa dolcissima sweer alterna un atteggiamento insicuro a gesti sicuri, veramente una bella tipa; da un lato sembra che abbia paura di sbagliare o forse di lasciarsi andare, paura delle novità, dall’altra poi si lascia convincere e nel momento in cui parte parte, senza chiacchiere.
In questo funziono sempre come un catalizzatore, mi è stato detto così tante volte che spesso ho creduto mi si prendesse in giro, anche perchè io non è che faccia cose incredibili, diciamo che agisco nell’unico modo che conosco e che, appunto, pare funzioni con certe donne.
Comunque lo succhia, scende sulla palle (cosa che mi fa sempre un effetto “ingrossodurente” non banale), la lascio fare fino a quando non mi stufo; forse la prima regola di un Bull e di prendersi tutto il tempo, non essere, apparententemente, il giocattolo a disposizione della coppia, ma, invece, atteggiarsi come se la coppia fosse a propria disposizione (anche se è evidente che è il Bull ad essere il giocattolo ma che è il gioco a pretendere l’apparenza di ruoli diversi).
Quindi la faccio alzare, ho i pantaloni a mezza gamba, come nei peggiori (o migliori??) film dell’italietta anni ’70, le chiedo di farmi vedere le stanze, anche se sono interessato solo ad una e lei una me ne vuole fare provare..
Ecco la camera da letto con a fianco due letti a castello, mi chiedo dove dormirà il cornuto stanotte, visto che dove dormo io credo sia chiaro.
La faccio stendere sul letto, le tolgo il perizoma, mi occupo un pò della sua fica depilata (per sua scelta, io non ho preferenze) e comincio a lavorarla un pò.
Mugola come una cagnetta (per altro mai sentito come mugola una cagna ma si dice così nel linguaggio che va tanto di moda tra i maiali), naturalmente le lascio le scarpe e la minigonna, mentre lei, giustamente, si toglie la maglietta.
Anche io in qualche modo mi spoglio, lei raggiunge, da sotto il mio cazzo in una specie di 69 e riprende a succhiarlo.
Lui è ancora in cucina, sistemando qualcosa, anche se io credo che non stia facendo nulla di che, ma ci stia lasciando un pò da soli per godersi lui il piacere dell’esclusione.
Le dico che purtroppo ho dimenticato i preservativi ma che ho visto mentre arrivavo in paese una farmacia aperta, le propongo con un occhiolino di mandare il marito a comprare i profilattici.
Mi guarda compiaciuta chiama il marito e con voce (psuedo) decisa e carica di ambiguità (non saprei come altro definirla) chiede al marito di andare a comprarci i preservativi e di darsi una mossa.
Il marito, non capisco se seccato o pienamente a suo agio nel ruolo che gli abbiamo chiaramente assegnato, obbedisce e va.
E’ da poco che sono riuscito a far capire alla lei come deve trattare il marito in queste occasioni. Questo gioco è, come spesso capita, un gioco voluto dal lui che prevede, anche se non sempre, un ruolo passivo del marito o se non altro succube della propria donna fedifraga e del suo amante stallone.
Non è una regola, molti mariti sono attivamente partecipi, altri non partecipi ma non a disposizione di nessuno, ecc., insomma il gioco è bello perchè è vario, ad ognuno, come è giusto, piace in un modo e spesso è bello partire da un punto e finire ad un altro.
Ora, da quello che ho potuto intuire la moglie non ci pensava proprio a questa situazione, ma è chiaro che adesso non le dispiace affatto e che con l’andare avanti della storia ci sta prendendo sempre più gusto, anche al suo ruolo di domina del marito (che nella vita di tutti i giorni è invece abbastanza quello che comanda..)
Del resto facciamo proprio un bel terzetto, c’è molta armonia tra noi tre, sia nel letto che fuori, loro mi sono, per altro, molto molto simpatici.
Comunque il marito sparisce, io mi sdraio meglio sul letto e le infilo il cazzo in gola. Quando il marito torna è così che ci trova, lei tutta avvinghiata alle mie gambe che cerca di infilarsi, senza riuscirci, tutto il mio cazzo in bocca. Sul punto ci tengo a sottolineare di non essere un mega dotato, nè in lunghezza, nè in larghezza, e non dico che non mi piacerebbe, ma mia madre mi ha dato un cazzo normale, sicuramente insazabile e perfettamente funzionate, ma bastevole, quando è al suo massimo, ad essere un osso duro da digerire…
Non è casuale la posizione nella quale ci trova il marito. Mi piace che ci veda così: io spaparanzato sul suo letto tipo re del mondo, la sua bella, con gli occhi chiusi ed il cazzo in bocca. Mi piace perchè sono certo che questa immagine lo perseguiterà nelle sue sessioni di seghe in bagno, insomma gli sto dando del materiale sul quale divertirsi, io, per principio, ci tengo che si divertano entrambi, ognuno ovviamente secondo il proprio ruolo; diciamo così, a me interessa quasi più che si divertano loro che io, e questo non per altruismo bensì perchè il loro modo di divertirsi e cioè da parte della donna lasciarsi educare a diventare la più grande troia del reame davanti gli occhi, spesso increduli del proprio uomo, e da parte del marito diventare un cornuto patentato, buono solo a servire l’amante della moglie mentre se la chiava in tutti i modi, be a me sta cosa mi arrapa come nulla al mondo.
Comunque torna il cornuto, prendo il preservativo che mi porge, mi faccio largo tra le belle gambe della sua lei e comincio a montarla come so che le piace.
Mentre lo faccio allargo per bene le spalle, gonfio le braccia, tengo le gambe un pò distanziate in modo da far tenere a lei le gambe ben aperte e comincio la chiavata.
Alle donne piace toccarmi la schiena, le braccia e le spalle, la mia cura nel tenerli sempre in forma, muscolosi ma mai esagerati (tipo statua greca per intenderci, alla quale per altro non è che somigli chissà quanto) è finalizzato solo a questo.
Mentre la chiavo lui ci ricorda che non possiamo intrattenerci a lungo perchè il ristorante potrebbe non aspettarci, lei lo manda a telefonare per prenotare così abbiamo qualche minuto in più; mi lascia piacevolmente meravigliato quanto stia imaparando in fretta come si comanda il cornuto, cerco di capire se a lui stia bene in questo ruolo così netto, e mi raccomando di ricordarmi di chiederglielo, ma a tu per tu.
Intendiamoci nelle nostre conversazioni private, quando io ho chiesto in che direzione volesse che andasse il gioco, lui mi aveva detto che voleva diventare succube della moglie, ma come dire, tra il dire e il fare…
Lui cerca il numero, io trombo, lei mugola e gode, dico al Lui di venire a telefonare in camera da letto, voglio che in qualche mdo si sentano i rumori tipici della chiavata.
Terzo orgasmo di lei, nessuno mio, è tardi, ci vestiamo ed andiamo al ristorante sul lago.
Ovviamente guida lui mentre io e lei dietro facciamo i piccioncini; lo so che è una situazione tipica e quasi scontata, l’ho fatta davvero in tante occasioni e con molte coppie, ma è una delle cose che in assoluto mi piace di più fare.
Bel ristorante, ceniamo fuori, si mette a piovere, beviamo vino, mangiamo pesce di lago, io tengo una mano fissa sulla gamba della sua donna, ma ci sono troppo pochi avventori per inventarsi quache gioco di esibizionismo.
Lei si sente sollevata dalla cosa ma sono certo che in fondo la situazione la arraperebbe e moltissimo; la informo che tanto la scena è solo rimandata.
A fine cena lui mi consiglia di provare un ottimo vino del posto nel quale intingere dei cantucci; cavolo davvero ottimo.
Si alza e va a pagare da bravo cornuto anche se in verità io protesto, perchè vorrei che facessimo a metà, io e lui. Lo so che un bravo cornuto deve pagare la cena anche all’amante (cornuto e mazziato), ma a me sta cosa non è mai piaciuta più di tanto.
Ci rimettiamo in macchina nelle stesse posizioni.
Prendo la testa di lei e la abbasso tra le mie gambe, lui parla, ma ad un certo punto, guardando nello specchietto, capisce che dietro si lavora…
Gli dico di accostare sul bordo del lago, lei protesta dicendo che teme malviventi, di essere vista, la polizia, gli alieni ecc., naturalmente la ignoriamo.
Si ferma quindi, io mi lascio spompinare in macchina come si deve forzandole ogni tanto il cazzo in bocca,
La faccio scendere, altre proteste inutili visto che sa perfettamente che comando io e che a lui piace assecondare i miei piani, e all’aperto la faccio mettere in ginocchio e la faccio riprendere da dove ha lasciato.
Mentre in ginocchio con le gambe sull’erba mi spompina, agitandosi quando sente passare delle macchine, ma bloccata lì dalle mie mani, le dico che se qualcuno la vedrà, penserà che è una puttana, visto l’abbigliamento, il luogo e la posizione. Il marito la guarda e comincia a farle qualche foto. Io continui con il mio sproloquio turpiloquio minaccioso, dicendo che se si ferma qualcuno potrei anche decidere di fare da magnaccia e farla usare per pochi euro.
Avrei pagato non so cosa per poterle toccare la fica in quel momento, per capire se quello che le dicevo la eccitava o no, ma sicuramente eccita me!!!
Intendiamoci mi è capitato di far usare una donna da qualche altro uomo, sconosciuto alla lei, ma conosciutissimo a me, non so se sarei davvero capace di mettere in mezzo sconosciuti.
La faccio alzare, cazzo con ste gambe e ste scarpe va scopata per forza poggiata al tavolo da picnic che abbiamo davanti-
A lei adesso la situazione piace e tantissimo (più tardi mi dirà di non aver mai scopato all’aperto, bah!) metto un preservativo e comincio a scoparla, lei mugola come sempre, il marito fotografa, io scopo tenendola dai capelli e sculacciandola come si conviene (ci tengo alla forma!!!).
Il marito prende un pleid e lo stende sul tavolo, la faccio mettere a pecorina sul tavolo salgo sul tavolo liberandomi dei pantaloni e comincio a chiavarla restando mezzo in piedi con le gambe leggermente piegate (avete capito come o avete bisogno di un disegno??).
Ora urla, il marito fotografa, le ranocchie gracchiano, il lago è calmo e io mi perdo nella scena di noi che trombiamo appunto sul tavolo dei picnic che domani vedrà famiglie, signore, ragazzi, mangiare là sopra senza poter nemmeno immaginare che fino a qualche ora prima ci stava di sopra una donna a pecorina.
Ci fermiamo rientriamo in macchina sempre ai soliti posti e mentre lei continua imperterrita a succhiare, cosa che mi pare a questo punto evidente che le piaccia fare, ridiamo pensando a cosa potenzialmente potrebbe aver visto chi sfrecciava da quelle parti con la macchina.
E’ chiaro che è impossibile che qualcuno possa aver fatto caso a noi, ma se per una frazione di secondo, magari il passeggero seduto dietro, avesse dato un’occhiata al bordo del lago, che bella scena avrebbe visto.
Arriviamo a casa, lei mi da un bacio e va in bagno, lui mi offre il bicchiere della staffa.
Lo guardo negli occhi e gli dico che adesso mi chiavo la sua donna come si deve, e voglio vederlo leccare come si conviene. Mi sorride. E’ davvero un tipo strano, interessante, calmo, sa giocare anche se mi ha sempre giurato che è la prima volta che vive questa esperienza, mi chiedo che lavoro faccia, ma non solo, mi chiedo tante cose, la sa più lunga di quello che racconta, ma va bene così.
Torna la sua lei, la faccio stendere sul letto, dico a lui di leccarle fica e culo, mentre io le piazzo il cazzo in bocca e la tengo dai capelli; lui lecca assetato, io mi faccio spompinare, lei ovviamente è quella che sta meglio di tutti.
Sposto lui, metto un preservativo e ricomincio a scoparla, questa volta lei sotto io sopra, ma dritto sulle ginocchia mentre le tengo le caviglie con le mani, facendo coincidere le spinte del mio bacino con un preciso movimento delle mie mani sulle sue caviglie così da da spingere la sua fica contro il mio cazzo.
Vado avanti così 20 min senza fermarmi, fino a quando non bussa alla mia testa un’altra immagine.
Mi faccio prendere dal marito, dallo zaino che ho portato con me, due cinghie lunghe (in questi casi bisogna sempre viaggiare attrezzati).
Lego le caviglie della lei alla spalliera del letto, in questo modo le cinghie le tengono le gambe alzate, sostituendo di fatto quello che stavo facendo io con le mani; il suo culo è quasi rialzato sul letto.
Lei protesta dicendo che soffre di claustrofobia e non so cos’altro, ovviamente ignoro, mi faccio prendere anche le manette con le quali la ammanetto con le mani stese a letto (avete sempre bisogno di un disegno??).
Ogni volta che la ammanetto protesta, ma poi le piace essere presa e usata. La mia, diciamo così, consolidata e passata esperienza come padrone a qualche cosa servirà o no?
E ora?? ora ho davanti solo l’imbarazzo della scelta. Le ho detto che le avrei aperto il culo come una mela, visto vche l’ultima volta che ci siamo visti non l’ho fatto, cosa per me equivalente ad un reato (a proposito mi ha detto che sono stato il primo e l’unico ad averla inculata; ribadisco bah!).
Non la inculo, non mi va. La faccio leccare dal suo lui mentre io mi piazzo con il cazzo davanti al suo viso e comincio a menarmelo un pò.
Torno nella mia posizione comincio a sbattermela come si deve, siamo in una casa al lago isolata, lei urla quanto vuole felice di poterlo fare senza che nessuna possa sentire.
Torno con il cazzo in bocca, quasi all’unisono sia io che il marito le diciamo di aprire la bocca e tirare fuori la lingua, lo fa ridendo, mi masturbo, cazzo vengo finalmente; il primo schizzo arriva in africa, il secondo va sul muro, il resto sul viso della mia bella e nella sua bocca.
Lascio il cazzo un pò nella sua bocca, lei dolcemente lo ripulisce, quindi sorridendo mi dice che le piace da morire sentirmi venire, e chiede al marito dei fazzoletti.
Il marito ridendo le dice di no, raccoglie la mia sborra dal viso della moglie con le dita e le infila in bocca alla sua donna, mamma mia che scena.
ci mettiamo a nanna, scopro che tutti e tre dormiamo nel lettone, che è comuqnue grande e si sta bene.
Chiacchieriamo un pò poi piano piano ci addormentiamo tutti e tre, lei in mezzo, con le mani sui pacchi di entrambi.
La mattina mi sveglio alle 8.00 devo tornare a casa, mi aspettano due ore di viaggio, mi chiedono se voglio fermarmi almeno 5 min per fare colazione con loro, ma davvero non posso, li ringrazio come sempre per la bellissima serata.
Mentre sono in viaggio mi arriva un sms della lei che mi dice “Ciao tesoro sei riuscito a dormire bene ieri sera? E’ stato bellissimo sia sul lago che a casa, mi dispiace per il culo, ma ci rifaremo la prossima volta”.
Bene la prossima volta vedrà che le combino.