martedì 16 luglio 2013

Noi tre in villa nella versione di Mario

Prima di scrivere l’incontro a 4 tra me Laura, Mario e la moglie, vorrei introdurre una variante.
Siamo d’accordo con M che lui inizi a scrivere (dal suo punto di vista) i ricordi sui nostri incontri. Io poi racconterò più o meno la stessa sera dal mio punto di vista e se sarà possibile interverrà anche la moglie, ma mi sembra una cosa improbabile.
A me piace questa variante e non mi dispiacerebbe se prima o poi scrivessero anche altre persone con cui ho avuto “a che fare”, il perchè non lo so.
Comunque questo è il primo ricordo e riguarda un pomeriggio passato in una villa comunale e sono certo che M abbia ancora le foto di quel giorno.
“Come sempre, quando dovevamo incontrare Mark., c’era un clima un po’ teso. Io ero eccitatissimo e nell’attesa che lei si vestisse (per modo di dire, visto che si presentava sempre in maniera succinta agli appuntamenti) mi cominciavo a toccare pensando cosa sarebbe successo. Lei ci metteva molto a vestirsi (nel modo sopra detto) e non c’era però verso di farla parlare di cosa si aspettasse (ah, quanto mi sarebbe piaciuto se lo avesse fatto!). Quella volta avevamo deciso, insieme ad Mark di fare una cosa diversa. Anziché vederci a casa ci saremmo incontrati in una villa pubblica. Io allora l’avrei lasciata a Mark e li avrei seguiti (e fotografati) come un guardone.
Indossò tacchi a spillo, autoreggenti, tanga e una camicetta, il tutto coperto da un impermeabile bianco. Ricordo ancora quando arrivammo. Lui venne verso la nostra macchina, lei era seduta lasciando scoperte le cosce. Nella villa entrammo insieme, era d’ottobre, c’era poca gente, era ancora giorno. Si misero seduti uno accanto all’altro in una panchina, io nella panchina di fronte. Feci qualche foto, lei mostrava tutte le cosce sotto l’impermeabile, io mi guardavo intorno nel timore ci fosse qualcuno che ci osservava.
Poi cominciarono a passeggiare nella villa. Lui le teneva il braccio intorno alla vita, lei sculettava a causa dei tacchi alti. Poi Mark prese a scansare l’impermeabile mostrando la gonna corta che indossava, poi addirittura prese a sollevargli la gonna nella parte posteriore così che io vedevo le autoreggenti al completo fino alla pelle bianca che lasciavano scoperta. Il cuore mi batteva all’impazzata. Non solo Mark la stava esibendo ma chiunque fosse stato dei dintorni avrebbe visto quella scena. Io li seguivo a distanza emozionatissimo e facevo delle foto. Ogni tanto ridevano tra loro e io impazzivo dalla gelosia tentando di immaginare cosa stessero dicendo. Dopo un po’ arrivarono a un cancello chiuso che sbarrava il percorso. Lei afferrò con le mani le sbarre del cancello sopra la sua testa, Mark tirò a parte l’impermeabile e sollevò l’intera minigonna fino a scoprirle il culo. Vedevo il suo tanga striminzito appena coprirle lo spacco del culo, ma il resto era tutto in mostra. Mi guardavo continuamente intorno e mi stupivo che A. non si preoccupasse per ciò che chiunque avrebbe potuto vedere: una donna quasi aggrappata alle sbarre di un cancello col culo completamente scoperto e con il fascino erotico delle autoreggenti. Lei, invece, sembrava per nulla turbata, anzi sorrideva. Mark era un po’ teso quasi avesse voluto osare di più ma avendone paura. Lui le toccava le tette in modo che io, alle loro spalle e ad una certa distanza, non potevo vedere. Ma quando lei si girò verso la mia parte e vidi che la camicetta era aperta e un capezzolo era visibile anche a distanza, provai quella sensazione devastante fatta di una folle gelosia insieme ad una fortissima emozione. Sentivo che la bocca mi si seccava, le mani prendevano a tremarmi; avrei voluto che tutto finisse ma anche che continuasse. Loro sorridevano, lei col culo scoperto e le tette quasi in mostra, lui con la sua mano poggiata sul culo, quasi lei fosse la sua schiava, la sua puttana personale e, forse, in quei momenti era proprio così. Poi in quella posa così oscena fecero un pezzo di stradina insieme, lui sempre con la sua mano sul culo scoperto, lei esibendo le sue tette a chiunque. Non saprei dire se qualcuno ci abbia osservati ma certo era una scena incredibilmente erotica. Poi non so se dietro suggerimento di Mark o per sua iniziativa (quando voleva non conosceva limiti, lei si chinò a raccogliere qualcosa. In quella posa a novanta gradi, il suo culo era completamente in mostra. Lui guardò verso di me come a dire: “vedi, posso esibirla come voglio senza chiederti alcun permesso; guarda pure il culo di tua moglie, insieme a tanti altri guardoni che forse ci si stanno facendo una pippa sopra”.
Non ricordo il ritorno insieme, ero troppo emozionato per quello che era successo. Però quando arrivammo a casa, Mark tirò fuori il suo cazzo e lei si chinò per farle il solito pompino con ingoio. Io guardavo e mi masturbavo. Mi succedeva spesso che dovevo ad un certo punto fermarmi perché rischiavo di sborrare prima che loro finissero. Sono passati diversi anni da quel giorno, ma ricordo ancora quando la sera a letto chiesi ad A. cosa le piaceva sessualmente in Mark e lei mi rispose che aveva “il cazzo sempre in tiro”, che il gioco l’aveva eccitata molto mentre era con le mani aggrappata al cancello, anzi, mi disse “ aspettavo che lui si mettesse dietro di me con i pantaloni scesi a farmi provare la sensazione di….”. “Di…?” chiesi io “incularti?”. “No” lei rispose “magari sfregarsi e spingermi verso il cancello fino a schiacciarmi”
Anche quella volta la serata finì con l’ingoio di Anna. La notte scopammo almeno due ore di seguito tanto eravamo eccitati.”

Nessun commento:

Posta un commento